
La Stampa December 10, 2004
Verso La Militarizzazione Dello Spazio
Piano top secret: armare i satelliti spia americani Gia' alla fine della presidenza Clinton una commissione di cui faceva parte Rumsfeld defini' gli Usa ""candidati a una Pearl Harbor cosmica""
By Molinari Maurizio
corrispondente da NEW YORK I senatori democratici sono sul piede di guerra a Capitol Hill contro un progetto di intelligence top-secret che a loro avviso potrebbe celare l'inizio della militarizzazione dello spazio. Approvando la riforma dell'intelligence il Congresso ha varato anche una seconda legge sul relativo bilancio e tocca ora al presidente George W. Bush apporre la firma su entrambe, ma il senatore del West Virginia Jay Rockefeller, il democratico piu' autorevole nella commissione Intelligence, avverte il pericolo che nel quadro della spesa si stia per autorizzare ""un programma straordinariamente dispendioso e molto, molto pericoloso per la sicurezza nazionale"". I fondi per il progetto sono inclusi nel bilancio e l'obbligo al rispetto della segretezza impedisce a Rockefeller, come ad altri tre senatori democratici, di svelarne la natura. Tuttavia indiscrezioni trapelate dal Congresso puntano l'indice sullo scenario della militarizzazione del cosmo: fino a questo momento gli Stati Uniti hanno evitato di posizionare armamenti fuori dall'atmosfera, ma la necessita' di proteggere i satelliti spia viene da tempo sollevata dal Pentagono.
Uno studio sulla difesa antimissile realizzato alla fine della presidenza Clinton da una commissione che includeva anche l'attuale capo del Pentagono, Donald Rumsfeld, definiva gli Stati Uniti un ""attraente candidato a una Pearl Harbor spaziale"" per via del fatto che gran parte della sicurezza nazionale dipende dal funzionamento di satelliti privi di alcun tipo di protezione, vulnerabili in particolare ad attacchi missilistici. Da qui la necessita' di rimedi e di fondi destinati alla ricerca negli ultimi anni per identificarli. Il Fusion Technology Institute dell'University del Wisconsin di Madison ad esempio ha ottenuto 14 milioni di dollari dalla Missile Defense Agency - da cui dipende la realizzazione dell'intero programma antimissile - per studiare lo sviluppo e il posizionamento di almeno tre intercettori nello spazio entro la fine di questa decade. ""I piani esaminati - spiega Wade Boese, direttore per la ricerca dell'Associazione per il controllo degli armamenti - prevedono lo schieramento nello spazio di intercettori capaci di distruggere con l'impatto un missile in arrivo, proteggendo cosi' i satelliti"". Il timore dei senatori democratici e' che se il progetto di ricerca - autorizzato dal Congresso negli ultimi due anni - e' riuscito a provare la fattibilita' degli intercettori spaziali, i nuovi fondi contenuti nel bilancio dell'intelligence possano aprire la strada alla fase dei test e quindi, in prospettiva, del dispiegamento.
Si tratta di uno scenario che solleva i dubbi di alcuni esperti di armamenti come ad esempio John Pike, analista di ""GlobalSecurity.org"", secondo cui portare le armi nel cosmo espone gli Stati Uniti al rischio di un corto circuito internazionale destinato a far impallidire le polemiche suscitate dall'abbandono del Trattato Abm: ""Se dovessimo davvero procedere in questa direzione le altre nazioni ci chiederebbero inevitabilmente di provare che si tratta di armamenti difensivi e non offensivi, ma per gli Stati Uniti sarebbe impossibile accettare una richiesta che implicherebbe svelare i segreti del funzionamento dei satelliti spia"". A confermare l'ipotesi che il progetto top secret abbia a che vedere con i satelliti e' anche James Bamford, autore di due studi sulla National Security Agency, secondo cui ""le ingenti spese denunciate da Rockefeller possono spiegarsi solo con la difesa spaziale"". Se lo scudo antimissile basato nello spazio e' in cima ai timori dei democratici, quello basato a terra sta diventando progressivamente realta'.
Proprio in questi giorni il Pentagono sta preparando un nuovo test del sistema antimissile voluto dal presidente Bush: entro il 15 dicembre un falso vettore nemico sara' lanciato da una base militare nella penisola di Kodiak, in Alaska, verso l'atollo di Kwajalein, nell'Oceano Pacifico da dove partira' un missile intercettore incaricato di distruggerlo. Si tratta del primo test completo del nuovo sistema antimissile e simulera' un attacco agli Usa lanciato dalla Corea del Nord o da un altro luogo in Asia. Il test coincide con i passi avanti nel dispiegamento del sistema basato a terra: in Alaska sono stati posizionati sei missili intercettori nella base di Fort Greely, e nei giorni scorsi e' stato installato il primo a Vandenberg in California.
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