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SDA - Servizio di base in Italiano November 11, 2002

Rettiifica / Iraq: Usa; orologi all'ora della guerra, ok al pianos

SOURCE: ATS; ANSA

By ES

Mentre il Parlamento di Baghdad valuta la risoluzione dell'Onu di venerdi', la Casa Bianca e il Pentagono gia' sincronizzano gli orologi sull'ora della guerra, che scocchera' "non oltre il 22 febbraio": lo dice la somma delle scadenze del documento del Consiglio di Sicurezza; e lo scrive un sito web specializzato in questioni militari, 'Global Security.Org'.

Per salvare la pace, restano poco piu' di cento giorni. Ma, intanto, a Washington, fonti dell'Amministrazione confermano che il presidente George W. Bush ha gia' avallato i piani di guerra contro l'Iraq, che prevederebbero l'impiego di una quantita' di truppe e mezzi massiccia: una forza d'invasione comprendente tra i 200 e i 250 mila uomini, dell'esercito, dell'aviazione, della marina e dei marines, e sostenuta dalla mobilitazione di 265 mila riservisti.

Un piano meno ambizioso, che prevedeva l'impiego di 'appena' 100 mila uomini sarebbe stato bocciato: sul piano piu' robusto, puntava il generale Tommy Franks, comandante della campagna 'Enduring Freedom' contro il terrorismo e destinato a guidare le operazioni contro l'Iraq.

Sulla stampa americana, c'e' anche chi avanza l'ipotesi -come nota 'USAToday'- che i piani d'invasione cosi' sciorinati a tutta pagina sui principali quotidiani siano uno 'specchietto per le allodole': un'azione di disinformazione, insomma, che non corrisponderebbe affatto alle scelte tattiche di politici e generali americani. E' possibile che sia cosi', ma non ve n'e' conferma.

Nel 'Veterans Day', la giornata dei reduci di guerra, Bush usa verso Saddam il linguaggio della fermezza e della minaccia: l'Iraq dovra' rinunciare "del tutto" alle armi di distruzione di massa bio-chimiche e nucleari e "dimostrare che l'ha fatto": altrimenti, gli Stati Uniti guideranno una coalizione contro Baghdad e faranno provare all'Iraq "tutta la forza e la potenza" del loro apparato militare.

Gli Stati Uniti non prendono neppure in considerazione l'ipotesi che l'Iraq possa dire no alla risoluzione: "Non ha diritto di respingerla", asserisce Condoleezza Rice, consigliere per la sicurezza nazionale: "La riunione del Parlamento e' uno stratagemma: l'Iraq e' una dittatura e Saddam Hussein e' l'unico che puo decidere".

Parlando alla Casa Bianca, davanti a un pubblico di soldati ed ex soldati, della guerra contro il terrorismo, che e' ancora in corso, e dei rischi di conflitto con l'Iraq, il presidente ricorda le numerose e ripetute violazioni degli impegni assunti con le Nazioni Unite da parte di Saddam Hussein e afferma, tra gli applausi che scrosciano, "Vinceremo".

Formule ormai trite, tanto sono state usate, ma sempre cariche di presagi di guerra. Come la 'tolleranza zero' che l'Amministrazione repubblicana intende applicare sul regime delle ispezioni all'Iraq: alla prima violazione, potra' partire la ritorsione.

Non siamo a quel punto, ancora, anche se, da Bruxelles, il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Lord Robertson, s'affretta ad offrire un ruolo della Nato in Iraq: "Se ne parlera' al Vertice di Praga", dove, fra una decina di giorni, Bush e gli altri leader del 19 Paesi atlantici decideranno l'allargamento dell'Alleanza.

Intanto, sul sud dell'Iraq, continuano le prove di guerra, che coinvolgono la portaerei 'Lincoln', che incrocia nel Golfo: di li' e' partito l'ultimo attacco di aerei da guerra americani e britannici contro due postazioni irachene armate di missili terra-aria Sam, nei pressi di Tallil (circa 250 km a sud-est di Baghdad).

E' stata la prima azione di questo genere dopo il voto del Consiglio di Sicurezza. Ed e' stata anche la prima volta che gli aerei alleati non hanno risposto a una provocazione irachena diretta contro di loro (accensione di radar o tiri di missili), ma hanno agito preventivamente, attaccando postazioni missilistiche che erano state spostate nella zona di non sorvolo, in violazione di accordi con l'Onu.

Dall'inizio dell'anno, gli aerei alleati hanno attaccato 56 volte postazioni di difesa anti-aerea irachena situate sul nord e sud sud dell'Iraq. La grande maggioranza delle incursioni ben 43, sono avvenute nella zona meridionale: da punture di spillo, sono diventate, nelle ultime settimane, man mano che le tensioni con l'Iraq andavano crescendo, 'prove di guerra' per 'ammorbidire' centri di comando e controllo e postazioni irachene.

NOTA: alla quarta riga corretto "23 febbraio" con "22 febbraio"


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